Cosa sono io? Sono il corpo, il respiro e poi tutto il contenuto vasto corporeo: linfa, emozioni, energia, nervi, sangue, il cuore e poi ancora: mente, intelletto, anima. Forse la domanda giusta è: non cosa sono, ma quante cose sono io? E come arrivare a loro unità e alla mia integrità. La pratica è la radice, che diventa la pianta e poi il fiore e il frutto. Cosa unisce la radice al frutto? L’energia vitale Prana, che ricollega alla fonte, da cui tutto si genera. Cosa divide la radice dal frutto? La mente egoica che separa in cui l’azione non genera bontà: la virtù è la totale percezione.
Questa pratica nasce questa mattina dalla mia pratica personale. Credo che per trasmettere qualcosa bisogna sperimentarlo in prima persona. Tante persone pensano che chi pratica yoga debba essere per forza “risolto”. La verità è: chi pratica yoga fa della sua “imperfezione” una disciplina per poter creare non dalle proprie ombre ma dal proprio potenziale di luce. Quindi questa mattina mi sono sentita “stropicciata” dentro e avevo bisogno di spazio nel respiro, nel pensiero nelle correnti nervose e emozionali. E questo spazio mi sono restituita attraverso la pratica. Ho messo in moto le fissazioni, accumuli mentali e pesi emozionali e ho creato un varco di apertura e di “elevazione personale” per portare con me nel quotidiano. Significa aver trovato una via d’uscita da una condizione psicofisica, generando un senso di maggiore libertà nel corpo e nella vita.
Le prossime lezioni dedichiamo al nostro Corpo Vaso. Riprendiamo il nostro spazio. Creeremo una connessione tra i due centri energetici dí espressione: Svadhisthana (chakra sacrale, elemento acqua) e Vishuddha (chakra della gola, elemento spazio), sono collegati perché entrambi sono centri di espressione dell’Io, sebbene a livelli diversi: Svadhisthana rappresenta la creatività fluida e le emozioni (legate al corpo e al piacere) mentre Vishuddha incarna la comunicazione verbale e la creatività legata all’espressione pura, incondizionata e autentica, alla verità più profonda. La loro connessione si manifesta nel flusso della creatività emotiva e sensuale di Svadhisthana alla sua espressione chiara e sincera attraverso Vishuddha.
Da qui il titolo della pratica è “DOLCE FLUIRE” è un “Inno alla dolcezza e chiarezza” – MADHURAM, da sanscrito significa “dolce”
Partiamo dal plesso sacrale per liberare e ammorbidire il corpo e la mente, coltivando un senso di profonda dolcezza e gratitudine, per poi proseguire nel plesso faringeo-cervicale per accogliere e esprimere attraverso Vishuddha le nuove energie e sensazioni più pure e chiare.
È un inno a Shakti, il nome che il testo Vedico ha attribuito all’energia che è la matrice di tutta la materia in tutte le sue forme. Quindi alla domanda “Chi sono io?” possiamo rispondere anche che sono un generatore della materia. Sono una energia in movimento. La pratica ci invita a vivere questa energia con tutti i sensi, incontrarla, meditare con lei, diventare il suo canto, la sua espressione “dalla radice, al fiore e al frutto.”
CERCHIAMO LA VERITÀ, NON PERFEZIONE.
MER-VEN 19:00 SHALA YOGA
SPAZIO ARTE Via Assisi, 33
Per prenotazioni: www.yogacignobianco.it