Albero dello YOGA

Il cammino verso il seme

Per coltivare una pianta si deve prima vangare la terra, rimuovere i sassi e le erbacce e ammorbidire il terreno. Si pianta poi il seme e lo si copre accuratamente con terra soffice in modo che quando si schiuderà non venga danneggiato dal peso; quindi si innaffia, dopodiché si attende che germogli e cresca. Dal seme spunta uno stelo che poi si dividerà in due e produrrà foglie. La pianta continua così a crescere fino ad avere un tronco che a sua volta genererà rami con molte foglie che si orienteranno in varie direzioni.

Allo stesso modo si deve accudire l’albero dell’anima. I saggi del passato , che avevano goduto della possibilità di vedere l’anima, ne trovarono il seme nello yoga. Questo seme ha otto segmenti che durante la crescita dell’albero generano otto rami dello yoga:

Yama

La radice dell’albero che comprende cinque principi verso gli altri:

            🙏 non violenza

            🙏 sincerità

            🙏  liberazione dall’avidità

            🙏 controllo della brama sessuale

            🙏 liberazione dal desiderio di possedere  al di là delle proprie necessità.

Niyama

Il  tronco dell’albero con 5 principi verso sé stessi:

             🙏 purezza

             🙏 appagamento

             🙏 ardore

             🙏 studio di sé stessi

             🙏 abbandono dell’ego

Asana

I rami  dell’albero sono le posture  che fanno si che le funzioni fisiche e psicologiche del corpo siano in armonia. Per raggiungere la libertà è necessario un sistema sano e forte. Quando il corpo è stabile, anche la mente è immobile.

Pranayama

Le foglie dell’albero. Dai rami crescono le foglie la cui interazione con l’aria fornisce energia a tutto l’albero. Pranayama è la scienza del respiro, controllo dell’energia vitale, che unisce il macrocosmo al microcosmo e viceversa. I nostri polmoni visti al contrario danno l’immagine di un albero. Attraverso il pranayama, il sistema respiratorio e quello circolatorio raggiungono un stato di armonia.

Pratyahara

Corteccia dell’albero. L’albero, se non avesse la corteccia, sarebbe divorato dai vermi. Il suo rivestimento protegge la linfa che fluisce all’interno tra le foglie e la radice. La corteccia corrisponde a pratyahara, che consiste nello spostamento verso l’interno dei sensi della pelle al profondo dell’essere.

Dharana

Linfa dell’albero, il succo che porta l’energia in questo viaggio verso la vera natura, verso la sorgente del nostro Essere. Dharana è concentrazione, che focalizza l’attenzione al centro dell’essere umano.

 

Dhyana

Fiori dell’albero. Il fluido dell’albero, o linfa, unisce l’estremità della foglia all’estremità della radice, al raggiungimento di questa unione, dell’essere dall’esterno all’interno, dove colui che osserva e colui che è osservato sono un tutt’uno, si ottiene la meditazione. Quando l’albero è sano e c’è molta energia, allora sbocciano i fiori.

Samadhi

Frutto dell’albero. Quando il fiore si trasforma in frutto, questo si chiama Samadhi. Come l’essenza dell’albero si trova nel frutto, così l’essenza della pratica dello Yoga è riposta nella libertà, l’equilibrio, l’armonia e beatitudine del samadhi, dove il corpo, la mente, e l’anima sono un tutt’uno armonico e si fondono con lo Spirito Universale.

La padronanza degli Asana e del Pranayama aiuta a indirizzare il respiro negli angoli del nostro corpo, che si apre grazie alle Asana e permette di ricevere l’energia vitale Prana, sciogliendo così anche le tensioni più sottili che sono fisiche ed emotive, perché le nostre emozioni e i conflitti psichici si immagazzinano nelle nostre cellule. Sciogliendo le tensioni avviene un atto alchemico di apertura di energia che era condensata e immagazzinata nel nostro sistema. E con questa apertura liberiamo l’energia creando più spazio nel nostro corpo e nella nostra mente. Questo è il grande senso dello Yoga: di creare più spazio nel corpo, nella mente, nella vita.

L’albero dal seme, nel buio dentro la terra, diventa un ramo fiorito che si espande verso il cielo. Proprio come un albero siamo come gli alchimisti su questa terra. Anche dentro di noi avviene la trasformazione di anidride carbonica in ossigeno. Come un albero si spoglia dai rami secchi e si rinnova ogni volta, anche noi attraverso lo yoga e il respiro consapevole incamminiamo verso la liberazione delle nostre personalità ingombranti per assottigliare la mente e avere l’accesso verso la parte della mente più luminosa che è il nostro intuito.

Quel che si semina si raccoglie:

  • potenziare i rapporti con gli altri
  • dare Amore incondizionato
  • togliere ansia e depressione
  • rafforzare l’autostima
  • avere più creatività
  • gioia di vivere
  • l’arte di prendersi cura di un altro essere vivente
  • pazienza
  • rispetto
  • disciplina
  • gratitudine

Domani sarò ciò che oggi ho scelto di essere

Nota bibliografica: “L’albero dello Yoga” di B. K. S. Iyengar